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Biblioteca Nazionale Marciana

Tabella: Scheda di dettaglio diBiblioteca Nazionale Marciana
Descrizione Dettaglio
Logo Biblioteca Nazionale Marciana
Direttore Stefano Campagnolo (ad interim)
Sito web https://bibliotecanazionalemarciana.cultura.gov.it/
Telefono (+39) 0412407211 (Centr.)
Fax (+39) 0415238803
eMail b-marc@cultura.gov.it
Indirizzo Piazzetta S. Marco, 7
Cap 30124
Comune VENEZIA
Città Venezia
Provincia Venezia
Regione Veneto
Orario

Lun - Ven: 8.00- 19.00;
Sabato 8.00- 13.30.

Accesso

Età minima: 16 anni per le opere a stampa, 18 anni per i manoscritti e i libri a stampa rari e di pregio.
Maggiori informazioni sono disponibili al seguente link:
marciana.venezia.sbn.it/la-biblioteca/sede/accesso-alla-biblioteca
 

Servizi

Lettura in sede
Consultazione di opere generali
Distribuzione e consultazione di manoscritti e di opere a stampa
Informazioni bibliografiche
Fotocopie e fotoriproduzioni
Prestito locale e interbibliotecario
Lettura microfilm e microfiches
Consultazione cd-rom e Internet
Visite guidate su prenotazione alle Sale Monumentali (Libreria Sansoviniana)
Concessione di uso e di riprese cinematografiche e televisive
Libro parlato Lions

Storia

La Biblioteca Marciana (cioè la Libreria di san Marco, patrono e simbolo dello Stato Veneto) deve la sua origine al mecenatismo del cardinale Bessarione , che donò, nel 1468, la sua raccolta: circa 750 codici, cui egli aggiunse poi altri 250 manoscritti e alcune opere a stampa. Venezia accettò solennemente il dono: veniva così realizzato il disegno di una "pubblica Libreria" a Venezia; un disegno che già Francesco Petrarca aveva concepito un secolo prima, nel 1362, senza peraltro poter condurre a termine il suo progetto.
Lo Stato Veneto si impegnò a collocare i volumi in una sede degna dell'importanza del dono; ma solo nel 1537 fu possibile iniziare la costruzione della Libreria , ideata da Jacopo Sansovino, che seppe mirabilmente armonizzare il più nobile stile classico della Rinascenza con il pittoresco ambiente veneziano.
La Biblioteca, dopo il suo trasferimento nel nuovo edificio, si arricchì soprattutto grazie a donazioni e a lasciti. Si ricordano, fra i più importanti, i seguenti:
1589: Melchiorre Guilandino di Marienburg (2.200 libri a stampa);
1595: Jacopo Contarini da S. Samuele (divenuto operante solo nel 1713, all'estinzione della famiglia; 175 mss. e 1500 opere a stampa);
1619: Girolamo Fabrici D'Acquapendente (13 volumi con preziose tavole anatomiche a colori);
1624: Giacomo Gallicio (20 mss. greci);
1734: Gian Battista Recanati (216 mss. fra cui i codici "francoveneti" di casa Gonzaga);
1792: Tommaso Giuseppe Farsetti (350 mss. e libri a stampa);
1794: Amedeo Svajer (oltre 340 mss., fra i quali il testamento di Marco Polo);
1797: Jacopo Nani (oltre 1000 mss., in buona parte greci e orientali);
La Marciana incrementò poi le sue raccolte grazie al trasferimento ad essa di parte delle biblioteche di alcuni monasteri, come SS. Giovanni e Paolo di Venezia e S. Giovanni di Verdara di Padova (fine secolo XVIII), nonché per effetto dell'obbligo imposto agli stampatori di depositarvi un esemplare di ogni libro pubblicato, come previsto da una legge veneta del 1603 (la prima in Italia in materia).
Dopo la caduta della Repubblica Veneta, la Biblioteca venne arricchita a seguito della concentrazione in essa di parte delle biblioteche degli enti religiosi soppressi in epoca napoleonica; la biblioteca dei Domenicani osservanti alle Zattere (Gesuati) in cui era confluita la ricca raccolta di Apostolo Zeno, pervenne alla Marciana però solo successivamente. La Marciana rimase nella sua sede originaria fino al 1811; in quell'anno essa fu, per decreto del Regno ltalico, trasferita nel Palazzo Ducale.
Fra i lasciti ottocenteschi, si ricordano:
1814: Girolamo Ascanio Molin (2.209 opere a stampa di gran pregio, oltre a 3.835 incisioni e 408 disegni, passati in gran parte al Museo Correr);
1843: Girolamo Contarini (906 mss. e 4.000 libri a stampa);
1852: Giovanni Rossi (470 mss., raccolta di drammi in musica veneziani, "leggi e costumi").
Nel 1904 la sede della Biblioteca fu spostata nell'edificio sansoviniano della Zecca. NeI 1924 la Marciana riebbe, in aggiunta alla Zecca, anche il palazzo della Libreria, nonché parte dell'edificio delle Procuratie Nuove. Ora essa occupa, pertanto, non solo la sua storica sede, la Libreria, ma altresì la severa fabbrica della Zecca, ove si coniavano le monete della Repubblica, edificata dal Sansovino tra il 1537 e il 1547. La sede storica (Libreria Sansoviniana) fa ora parte del Percorso integrato dei Musei di Piazza San Marco (con ingresso dal Museo Correr, info: http://www.museiciviciveneziani.it)
La Marciana conta oggi circa un milione di volumi, di cui circa 13.000 manoscritti, molti dei quali ricchi di miniature. Gli incunaboli sono 2.883; le cinquecentine 24.055.
Ricchissima per quanto riguarda la cultura greca, la storia veneta, l'editoria veneta, la Marciana, accresciuta in questo secolo da importanti donazioni (la raccolta Teza: circa 30 mila volumi, in buona parte relativi alle civiltà orientali; la raccolta Tursi, circa l5 mila volumi di viaggiatori stranieri in Italia), svolge una funzione importante nella vita culturale veneta e al servizio degli studiosi di tutto il mondo.

Fondi

Il fondo più prezioso è tuttora quello del Cardinale Bessarione; basti ricordare i due codici dell'Iliade più illustri, I'Homerus Venetus A (sec. X) e l'Homerus Venetus B (sec. XI), I'Anthologia Planudea (1299-1301), che conserva, assieme all'Anthologia Palatina da Heidelberg tutto quel che rimane dell'epigrammistica greca, la Bibbia del secolo X o XI, il Salterio di Basilio II, del secolo X o XI., col ritratto dell'Imperatore trionfante, la Cynegetica attribuita ad Oppiano di Apamea, con vivaci scene di caccia e pesca (sec. XI in.), le fondamentali edizioni manoscritte di Esiodo, Eschilo, Aristofane, Ateneo, Fozio, gli autografi di Gemisto Pletone, gli scritti scientifici di Euclide, Erone, Aristotele.
Fra gli altri codici, celeberrimo il Breviario che fu del cardinale Domenico Grimani : 831 fogli di finissima pergamena, tutti squisitamente miniati da artisti fiamminghi nel primo Cinquecento. Di grande importanza la Catena in-Job dell'anno 905, con miniature di gusto tardo-romano, il Salterio inglese del sec. XIII, la Chronologia magna di fra Paolino, con la più antica pianta di Venezia (ca. 1340), il De remediis col ritratto del Petrarca preso forse dal vero (sec. XIV), il codice miniato della Commedia proveniente da San Giorgio Maggiore (sec. XIV oXVin.), il Plinio copiato nel 1481 per Pico della Mirandola, l'erbario che fu proprietà di Benedetto Rinio, opera del medico Nicolò Roccabonella e del pittore Andrea Amadio (sec. XV), il Filarete e il Marziano Capella miniati per Mattia Corvino (il secondo opera dell'Attavante), il poema di Alessandro miniato ad Adrianopoli nel sec. XV, il Lezionario Grimani con miniature di Benedetto Bordon e Giulio Clovio, i Diarii autografi di Marin Sanudo in 59 volumi in quarto, fondamentali per la storia veneta dal 1496 al 1533.
Importanti anche le raccolte musicali, con vari autografi di Benedetto Marcello e altri autori veneziani.
La raccolta di carte geografiche comprende l'imponente mappamondo di fra Mauro, eseguito dal cartografo camaldolese a S. Michele in Isola attorno alla metà del sec. XV (dimensioni: asse maggiore mm. 1960, lato del quadrato circoscritto mm. 2232), l'Atlante di Andrea Bianco (1436), 1'Atlante già appartenuto a Nicolò Corbizzi (tradizionalmente noto come Combitis; sec. XV in.), il sontuoso Tolomeo del Bessarione (sec. XV), la matrice lignea di un mappamondo cordiforme con scritte in arabo e ottomano (1559), con le silografie da essa tratte nel 1796. Importante è anche una prima edizione della Veduta di Venezia di Jacopo de Barbari (1500)
Fra le opere a stampa, le edizioni di Sweynheym e Pannartz donate dal Bessarione con le sue armi; il primo libro stampato a Venezia, le Epistolae ad familiares di Cicerone (Giovanni da Spira,1469), e le successive edizioni di Giovanni e Vindelino, fra cui "l'editio princeps" del Canzoniere e dei Trionfi (1470), nonché molte delle altre edizioni veneziane del secolo XV, fra cui eccellenti quelle di Nicola Jenson, e del secolo XVI, molte delle quali rarissime.
Fra le numerose legature preziose, inestimabili quelle bizantine: una del sec. IX-X in., una del X, tre del XIV, di argento dorato, smalto, perle, pietre preziose, con immagini sacre di mirabile fattura.
La Biblioteca cura l'aggiornamento delle sue raccolte soprattutto nei campi della filologia classica e della storia veneta. Con i fondi posti a disposizione dal Ministero vengono anche effettuati acquisti d'antiquariato. Si privilegiano in particolare i manoscritti relativi alla storia politica e culturale della Repubblica Veneta. Fra i maggiori acquisti degli ultimi anni si segnalano: il Catastico e registro dei soci d'onore della Scuola Grande della Carità (sec. XV, con aggiornamenti sino al XVIII); il Libro di conti detto di Gasparo (sec. XVI); due globi di G. F. Costa (sec. XVIII); la rara compilazione araldica di Girolamo Priuli, Pretiosi frutti del Maggior Consiglio (sec. XVII). Sull'argomento vedi: Antichi e rari. Recenti acquisti in antiquariato per le biblioteche pubbliche statali, Gaeta 1991, p.116-127, 355-364.
Si è inoltre di recente acquisito una vasta raccolta di carte appartenute a Carlo e Gasparo Gozzi, celebri letterati veneziani del Settecento: oltre 15.000 pagine manoscritte, in gran parte di argomento letterario (commedie, poesie, lettere), per lo più inedite.

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